giovedì 28 novembre 2013

I libri sviluppano il cervello

di Stella Tortora
Ma è vero che i genitori di bambini piccoli giocano un ruolo importante nella fase cruciale dello sviluppo del cervello? E, quello che succede nell’ambiente domestico di un bambino dell’età di 4 anni, può anni dopo, far vedere il suo livello di intelligenza?
Sì. Secondo una nuova ricerca presentata in occasione della riunione annuale della Society for Neuroscience, il “periodo sensibile” per lo sviluppo del cervello di un bambino è intorno ai 4 anni. Invece, le parti dedicate al linguaggio e alla conoscenza, si sviluppano nei 10 anni successivi.
Lo studio, condotto da un team di scienziati dell’Università della Pennsylvania, guidati dalla neuropsichiatra Martha Farah, ha dimostrato come l’ambiente sociale in cui vive un bambino è fondamentale nel determinare, in fase di crescita, lo sviluppo del suo potenziale intellettivo.
La ricerca ha preso in considerazione un gruppo di 64 bambini statunitensi intorno ai 4 anni di età, metà dei quali proveniente da famiglie di bassa estrazione sociale e l’altra metà da famiglie di media condizione.
Due, le volte, in cui i ricercatori hanno fatto visita nelle loro case, una volta a 4 anni e l’altra a 8 anni. Durante queste visite, gli psicologi, hanno annotato quanti libri e quanti giochi educativi erano presenti nelle case e, quanto i genitori si occupassero di stimolare i bambini a livello intellettivo.
In queste occasioni, ai bambini erano assegnati alcuni compiti che potessero attivare tutte le aree del cervello per esaminare la percezione spaziale e le capacità esecutive: ovvero la capacità di porsi obiettivi, di pianificare azioni e controllare gli impulsi. I bambini del gruppo più agiato rispondevano con risultati migliori rispetto a quelli di bassa estrazione sociale, soprattutto nella capacità del linguaggio e delle funzioni esecutive.
Alla fine dello studio, all’età di 18 anni circa, i bambini ormai grandi, sono stati sottoposti a una risonanza magnetica del cervello. E, confrontando i risulatati degli appartenenti ai due gruppi, gli studiosi hanno confermato che il fattore chiave di un maggiore sviluppo della corteccia cerebrale (lo strato di materia grigia all'esterno del cervello -sottile struttura- specializzata nel selezionare, confrontare, organizzare ed elaborare le informazioni in arrivo, catalogandole come immagini, pensieri, emozioni, e immagazzinandole come ricordi) apparteneva al gruppo che durante l’infanzia era stato più stimolato.
Rilevando quanto lo sviluppo cerebrale del bambino fosse fortemente influenzato dalla condizione socio-economica della sua famiglia, così come dal benessere e dall’istruzione dei genitori; infatti, una scarsa stimolazione dovuta a fattori di disagio sociale ed economico, influiscono negativamente soprattutto sul linguaggio e la memoria.
Ma cosa significa tutto questo? Che la prima infanzia è un periodo delicato per stimolare il cervello e, è un’opportunità cercare di creare tanti stimoli per uno sviluppo cerebrale a lungo termine. Infatti, i libri aiutano a sviluppare l’intelligenza a prescindere dal livello culturale dei genitori.

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