lunedì 29 settembre 2014

Come avviene l'inserimento in Aurora



In questi giorni, su quotidiani e riviste dedicate ai giovani genitori, sta montando una polemica circa l'inserimento inutilmente prolungato al nido dei bambini al primo anno. 
A tal proposito ci inseriamo nel dibattito anche noi delle Scuole FAES per raccontare come avviene l’inserimento al nido alla Scuola Aurora. 
Lo descrive per noi Valeria Bertolini.

"L’inserimento nel nido rappresenta indiscutibilmente un momento molto delicato per il bambino e la sua famiglia. Per i bambini significa vivere la prima vera  esperienza di separazione, adattarsi ad un nuovo ambiente tutto da scoprire, costituito da altri bambini e da adulti sconosciuti e scandito da tempi e abitudini differenti da quelli di casa.

Anche per i genitori l’inserimento deve essere considerato un periodo in cui si costruisce e consolida un rapporto di fiducia con le educatrici e la coordinatrice. Solo con la piena stima e fiducia nelle persone che si occuperanno del suo bimbo mentre loro un genitore potrà superare ansie e sensi di colpa.

L’impegno delle educatrici della Scuola Aurora durante l’inserimento non è quindi solo quello di entrare in sintonia con i bimbi, ma anche quello di accogliere e rasserenare mamme e papà.
La tranquillità di mamma e papà influenza la serenità del bimbo: è come se i genitori dicessero in maniera empatica al figlio “Io sono fiducioso che tu qui starai bene, che questo è l’ambiente giusto per restare quando io non posso essere con te”.

Perché l’inserimento funzioni deve avere una durata minima, ma non può essere troppo dilatato, altrimenti il genitore perde stima e il bambino non capisce più cosa sarà di lui.
NeI nostro nido i primi due giorni bimbo e genitore stanno in classe insieme per circa un'ora; il terzo giorno mezz'ora con un genitore e mezz'ora con le sole educatrici; il quarto giorno un quarto d'ora con il genitore e un'ora e 45' con le sole educatrici; il quinto giorno i bambini vengono accompagnati sulla porta della classe e lasciati con alle educatrici x due ore; il sesto giorno pranzano e il settimo giornata regolare, mezza giornata o tempo pieno a seconda della modalità d'iscrizione.

Certo non applichiamo però regole standard a tutti, se notiamo che il bimbo ha bisogno di procedere con più gradualità ne parliamo con i genitori e insieme si concordano le fasi di inserimento”.

Educazione personalizzata fin dai primi giorni e in accordo con le famiglie, perché il nostro compito è educare insieme ai genitori.

martedì 16 settembre 2014

Il momento del distacco



di Laura Fezzi
E’ il vero ‘debutto in società’, un passo importante verso l’autonomia. Molti genitori però vivono il primo periodo, quello dell’inserimento anche con un po’ di preoccupazione: il bambino si troverà bene? Piangerà? Soffrirà per il distacco?
Risponde Nicola Iannacone, psicologo
“Non ha senso illudersi che questo passaggio possa avvenire in modo del tutto indolore. Capita di sentire mamme dire ‘il mio non avrà problemi perché è socievole’, oppure ‘tanto è abituato a giocare con i cugini’ … ma le espressioni di disagio in una circostanza come questa sono normali. E la cosa migliore da fare è accettarle con serenità”.

E’ quasi inevitabile, insomma, che il bambino pianga al momento del distacco. Anzi, il pianto è un modo per scaricare la tensione.
“Al momento dei saluti è liberatorio e non deve preoccupare, anche perché nella maggior parte dei casi finisce in fretta. Capita invece che al bambino venga il magone nel corso della mattinata, perché gli viene in mente la mamma oppure è disorientato. In questi casi può aver bisogno di un po’ di tempo in più per ambientarsi e l’inserimento può richiedere una durata superiore alle classiche due settimane”.
La scuola materna è infatti una palestra importante. Il bambino, forse per la prima volta, non ha l’adulto tutto per sé, deve imparare a dividere le attenzioni della maestra con gli altri, a seguire nuove regole, a stare nel gruppo, ad aspettare il suo turno per utilizzare i giochi. E’ un grande cambiamento nella sua vita.
“Ci sono bambini che hanno reazioni inaspettate. Alcuni diventano all’improvviso prepotenti, altri molto timidi. Alcuni regrediscono: tornano a farsi la pipì addosso …”. Che fare? “Preparatelo parlandogli della scuola in modo positivo e concreto, dicendogli come si chiama la maestra; spiegategli concretamente che cosa farà, i ritmi delle sue future giornate; raccontategli che anche voi alla sue età siete andati all’asilo. Ditegli che siete fieri di lui, che sta diventando grande, ma anche che troverà sempre mamma e papà, la sera per stare con lui. E nei primi tempi fate in modo che sugli altri fronti possa stare tranquillo. La routine lo rassicura, e vale la pena ricordargliela: “Quando usciamo andiamo a comprare la merenda e poi ai giardinetti, poi arriva papà e giochiamo insieme …”.
Che cosa potete fare per aiutare il vostro bambino
  • ATTENZIONE A FARE COMMENTI. Non parlate con altri, in presenza del bambino, delle sue difficoltà alla scuola materna ed evitate qualsiasi critica nei confronti delle maestre (soprattutto quando parlate al telefono).
  • PARLATEGLI IN MODO POSITIVO dell’esperienza che sta vivendo. Usate parole come “Siamo molto orgogliosi di te, andrà tutto ben, avrai molti amici nuovi …”.
  • RASSICURATELO DEL VOSTRO AFFETTO e siate comprensivi delle sue emozioni. Ma aiutatelo anche a sdrammatizzare raccontando la vostra esperienza a scuola.
  • AL MOMENTO DI LASCIARLO non scappate per non vederlo piangere. Si sentirebbe tradito. Ma siamo fermi nella seprazione.
  • ARRIVATE IN ORARIO. I ritardatari possono fare più fatica a inserirsi nei giochi.
  • NON TOGLIETEGLI IL CIUCCIO. Non è il momento di pretendere da lui altri passi avanti o altri cambiamenti importanti.