lunedì 3 febbraio 2014

Figli e faccende domestiche: e se collaborassimo tutti?

di Mariapaola Ramaglia

Giocattoli sparsi in ogni stanza, scarpe dappertutto tranne che nella scarpiera, vestiti sporchi ammonticchiati sulle sedie… Talvolta i nostri figli pensano sia un dovere di noi mamme sistemare tutto e, spesso, siamo proprio noi che glielo facciamo credere, rassegnate, ormai, a gestire tutto tra mille acrobazie. Eppure si potrebbe avere la casa in ordine e anche del tempo libero da trascorrere, magari, tutti insieme… La parola magica?
Collaborazione.
La famiglia è come una squadra, perciò, il contributo di ognuno (figli e papà compresi!) è ugualmente indispensabile per il bene di tutti. Conosco molti genitori che “pagano” i figli per il contributo dato in casa, ma non penso sia opportuno. Servizi extra (come tinteggiare una stanza o ordinare il ripostiglio) meritano una ricompensa, ma, nella quotidianità, collaborare dovrebbe essere normale. I genitori che possono contare sull’aiuto dei figli, si stancheranno e stresseranno meno e, di conseguenza, in casa si respirerà un’aria più serena. Inoltre, chi si dimostra maturo e responsabile, meriterà più fiducia e libertà. Queste non sono già belle ricompense?
Dovremmo insegnare il valore del rispetto, a partire dalle piccole cose. Mangiare biscotti, noncuranti delle briciole che cadono o non cambiarsi all’ingresso le scarpe bagnate per la pioggia, per esempio, sono mancanze di rispetto. Se chiediamo ai nostri figli di spazzare il pavimento o ripulirlo dal fango, la prossima volta staranno più attenti.
Un figlio che abituiamo ad essere servito e riverito, penserà di averne diritto, senza apprezzare le nostre attenzioni. Sostituendoci a lui e trattandolo come se fosse sempre piccolo, potremmo impedirgli di crescere, diventare autonomo e assumersi le proprie responsabilità.

Il buon esempio è fondamentale, perciò, genitori non molto ordinati saranno presi meno sul serio quando pretenderanno ordine dai figli … Comunque, collaborare è un dovere di tutti, perciò non arrendiamoci. Perfino gli adolescenti più ribelli devono imparare che i confini della propria libertà terminano quando si invade - anche fisicamente - quella altrui.
Le regole vanno rispettate e se la regola è, per esempio, “prima si sparecchia e poi si può guardare la tv”, niente tv se non si è sparecchiato. Cerchiamo di ottenere una collaborazione il più possibile piacevole per tutti. Le faccende domestiche non vanno necessariamente svolte accompagnate da musi lunghi e brontolii.

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