mercoledì 15 ottobre 2014

A tavola arrivano gli alieni

da corriere.it

Un gattino, un fratello piccolo, una pianta. Prendersi cura di un altro cosa significa? È stato chiesto a tappeto agli alunni di due scuole, una primaria e una dell’infanzia, e a sorpresa nessun bambino ha dato la risposta più semplice e istintiva:«Nutrirlo». Ma che cosa succede se in classe arriva un extraterrestre molto affamato? Per rinvigorirlo e tenerlo in vita bisogna alimentarlo con i cibi più buoni (e più sani). 

Ed ecco che «per gioco» l’attenzione si sposta su ciò che mangiamo. Da questa idea ha preso le mosse il progetto «Mi prendo cura- Adotta un alieno»: l’anno scorso il test alla Rinnovata Pizzigoni e alla Magreglio ha entusiasmato tutti - bambini, maestre e genitori. 
Quindi, promossa a pieni voti la fase sperimentale, adesso si procede. 
Il sito miprendocura.it è appena andato online, e dal 27 ottobre il team alieno sarà al Collegio San Carlo pronto ad atterrare a ruota nei plessi che lo inviteranno, e promosso come un «esempio di Best Practice» dal Comune.

«Per educare, le materie scolastiche della tradizione oggi non bastano: cerchiamo di aprire sempre più le classi alle esperienze che si sviluppano sul territorio e di coinvolgere le onlus nei percorsi formativi arricchendoli a tutto tondo», sprona l’assessore all’educazione Francesco Cappelli. L’alimentazione è tema su cui occorre sensibilizzare fin da piccoli, «materia non convenzionale di cui anche la scuola deve farsi carico». Una donna e un uomo, per fare colpo, imbandiscono la tavola: «È uno degli atti di ‘cura’ più preziosi per sé e per le persone cui si vuole bene, ma per la fretta sempre più spesso finiscono nel piatto dei bambini cibi poco curati e invitanti, innaturali», considera per parte sua Monica Colli, pedagogista alla testa dell’associazione ProXXIMa che ha gestito il progetto con Fondazione Cariplo e 8 per mille Chiesa Valdese, in collaborazione con Asl Milano. Viene e risolve, l’equipe dell’ «Invasione aliena» formata da Simonetta Marucci, nutrizionista, Grazia Mauri, maestra, Erica Verri, grafica, e Alessandro Sposetti che dà la voce al bambino delle Pillole, i video degli Episodi spaziali sul sito: «Non per fomentare sensi di colpa o essere fanatici, ma per sentirsi meglio: l’uomo, lo diceva il filosofo Feuerbach, è ciò che mangia. Quanto è vero..».


Il primo passo è costruire l’extraterrestre con il pongo o la cera d’api e la sua casetta col materiale di recupero (tappi, scatole, ritagli di stoffa, bottoni...). Poi, via con le Ricette spaziali (dell’omonimo libro edizioni Erickson), le Merende cosmiche, le Degustazioni galattiche: pian piano, nutrendo l’alieno, i bimbi imparano a nutrire (bene) anche se stessi. A scuola e anche a casa, replicando coi genitori le pietanze attraverso il sito. «Il coinvolgimento nella preparazione di piatti naturali e gustosi contribuirà alla rieducazione alimentare dei piccoli terrestri?», si è chiesta la Colli. Il processo, nelle scuole, è avviato. «Il percorso è stato circolare, siamo partiti dal piacere di assaporare e descrivere una nocciolina o frutti di stagione, e al piacere siam tornati col laboratorio del gusto dove i bimbi hanno imparato a non sprecare nulla, ad assaggiare tutto ciò che preparavano, a preferire i cibi più naturali e a valorizzare gli ingredienti che forniscono energia buona». In estate, i bambini della Pizzigoni si sono portati l’alieno in vacanza e i loro compiti consistevano nel raccontare cene e pranzi. Eccessivo? «Ma no, divertente», rispondono loro. «Necessario», rincara il team alieno. In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione che cade giovedì «il cibo sia considerato prezioso e ognuno capisca che prendersi cura di un altro, vuol dire fare bene anche a sé».

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