martedì 16 settembre 2014

Il momento del distacco



di Laura Fezzi
E’ il vero ‘debutto in società’, un passo importante verso l’autonomia. Molti genitori però vivono il primo periodo, quello dell’inserimento anche con un po’ di preoccupazione: il bambino si troverà bene? Piangerà? Soffrirà per il distacco?
Risponde Nicola Iannacone, psicologo
“Non ha senso illudersi che questo passaggio possa avvenire in modo del tutto indolore. Capita di sentire mamme dire ‘il mio non avrà problemi perché è socievole’, oppure ‘tanto è abituato a giocare con i cugini’ … ma le espressioni di disagio in una circostanza come questa sono normali. E la cosa migliore da fare è accettarle con serenità”.

E’ quasi inevitabile, insomma, che il bambino pianga al momento del distacco. Anzi, il pianto è un modo per scaricare la tensione.
“Al momento dei saluti è liberatorio e non deve preoccupare, anche perché nella maggior parte dei casi finisce in fretta. Capita invece che al bambino venga il magone nel corso della mattinata, perché gli viene in mente la mamma oppure è disorientato. In questi casi può aver bisogno di un po’ di tempo in più per ambientarsi e l’inserimento può richiedere una durata superiore alle classiche due settimane”.
La scuola materna è infatti una palestra importante. Il bambino, forse per la prima volta, non ha l’adulto tutto per sé, deve imparare a dividere le attenzioni della maestra con gli altri, a seguire nuove regole, a stare nel gruppo, ad aspettare il suo turno per utilizzare i giochi. E’ un grande cambiamento nella sua vita.
“Ci sono bambini che hanno reazioni inaspettate. Alcuni diventano all’improvviso prepotenti, altri molto timidi. Alcuni regrediscono: tornano a farsi la pipì addosso …”. Che fare? “Preparatelo parlandogli della scuola in modo positivo e concreto, dicendogli come si chiama la maestra; spiegategli concretamente che cosa farà, i ritmi delle sue future giornate; raccontategli che anche voi alla sue età siete andati all’asilo. Ditegli che siete fieri di lui, che sta diventando grande, ma anche che troverà sempre mamma e papà, la sera per stare con lui. E nei primi tempi fate in modo che sugli altri fronti possa stare tranquillo. La routine lo rassicura, e vale la pena ricordargliela: “Quando usciamo andiamo a comprare la merenda e poi ai giardinetti, poi arriva papà e giochiamo insieme …”.
Che cosa potete fare per aiutare il vostro bambino
  • ATTENZIONE A FARE COMMENTI. Non parlate con altri, in presenza del bambino, delle sue difficoltà alla scuola materna ed evitate qualsiasi critica nei confronti delle maestre (soprattutto quando parlate al telefono).
  • PARLATEGLI IN MODO POSITIVO dell’esperienza che sta vivendo. Usate parole come “Siamo molto orgogliosi di te, andrà tutto ben, avrai molti amici nuovi …”.
  • RASSICURATELO DEL VOSTRO AFFETTO e siate comprensivi delle sue emozioni. Ma aiutatelo anche a sdrammatizzare raccontando la vostra esperienza a scuola.
  • AL MOMENTO DI LASCIARLO non scappate per non vederlo piangere. Si sentirebbe tradito. Ma siamo fermi nella seprazione.
  • ARRIVATE IN ORARIO. I ritardatari possono fare più fatica a inserirsi nei giochi.
  • NON TOGLIETEGLI IL CIUCCIO. Non è il momento di pretendere da lui altri passi avanti o altri cambiamenti importanti.

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