Risponde la dottoressa Francesca Santarelli, esperta di psicologia infantile.
Molto spesso mi trovo in compagnia di mamme che hanno più di un figlio e ognuna racconta la sua esperienza su come è stata vissuta ogni singola gravidanza e l’inserimento di un nuovo bebè all’interno di una famiglia già avviata, quando il primogenito, per mesi o anni, è stato l’unico reginetto della casa, al centro di ogni secondo della nostra giornata e delle nostra attenzioni! E poi arriva lui… il fratellino! A volte è stato chiesto dallo stesso bimbo, altre volte arriva senza preavviso. In ogni caso, è un evento che non può lasciare inalterati gli equilibri dell’intera famiglia e ancora di più, non può non destabilizzare il piccoletto di casa!
Chiunque sia genitore di due o più figli si è trovato ad affrontare situazioni o comportamenti più o meno frequenti e spiacevoli dovuti alla gelosia tra fratelli.
Il sentimento della gelosia è un sentimento normale che emerge nel bambino alla nascita di un nuovo fratello o sorella. Esprime il timore di perdere l’esclusività dell’amore delle figure amate. E’ come se il bambino ritenesse di poter essere il solo a fornire l’amore necessario ai propri genitori e a sua volta di essere il solo al quale i genitori possano rivolgere il proprio amore e le proprie attenzioni.
L’emergere di questa emozione sebbene sia spesso fonte di tensione e conflitto sia tra i fratelli che di conseguenza tra i figli e genitori, a causa delle manifestazioni più o meno intense che possono essere messe in atto, consente anche di affrontare e superare una fase dello sviluppo del bambino che lo porterà verso un’adeguata maturazione sociale ed emotiva. Infatti imparare a gestire questa emozione fin da piccoli in maniera positiva faciliterà e renderà più serene le future relazioni sociali in età adulta. Il rapporto tra fratelli e sorelle può dunque essere considerato ed utilizzato come una sorta di palestra emotiva attraverso la quale si costruiscono la fiducia reciproca, la tolleranza, l’adattabilità piuttosto che la diffidenza e l’individualismo nel rapporto con gli altri.
Solitamente soffrono maggiormente di gelosia i primogeniti in quanto hanno vissuto per un periodo più o meno lungo l’esclusività del rapporto con i genitori. Il secondo o il terzo figlio hanno dovuto sempre dividere l’amore e le attenzioni dei genitori con gli altri fratelli, ma ciò non significa che non possano sperimentare gelosia nei loro confronti. Anche i figli unici possono provare gelosia nei confronti dei genitori ed è perciò importante che anche in questo caso essi imparino ad individuare e gestire tale sentimento nel figlio.
Ma quali sono i segnali?
Quando il bambino soffre di gelosia può manifestare questo sentimento in diversi modi. In parte dipendono dalle sue caratteristiche di personalità, dal temperamento, dall’età, dalle sue competenze. E’ importante che i genitori colgano questi segnali e li interpretino come espressione del sentire del proprio bambino, senza giudicarlo o punirlo per questo.
Il bambino può manifestare comportamenti regressivi: fare la pipì a letto, sporcarsi, chiedere il ciuccio, parlare con una voce infantile, chiedere maggiori attenzioni ai genitori, lamentarsi spesso, chiedere più coccole.
Può manifestare comportamenti aggressivi: fare dispetti, mettere il broncio, stuzzicare sia fisicamente che verbalmente, lanciare o rompere oggetti o giocattoli, picchiare, morsicare, criticare o rimproverare apertamente i genitori.
Cosa non fare: punire il bambino, specialmente fisicamente. Questo trasmetterebbe al figlio il messaggio che non si deve provare gelosia (quindi non si riconosce e accoglie il suo sentimento) e ciò potrebbe farlo sentire cattivo o sbagliato. Inoltre potrebbe farsi l’idea che il più forte ha la meglio sul più debole e che attraverso l’aggressività si può ottenere ciò che si vuole.
Cosa fare: ascoltare e rassicurare. Cercare di mettersi nei panni del bambino geloso, non mostrandosi sorpresi o impauriti dalla sua gelosia. Capire i bisogni del figlio e dunque anche le sue difficoltà consente ai genitori di mostrarsi più sereni e disponibili nei suoi confronti, pur rimanendo determinati nel porre dei limiti e nel non assecondare le pretese del figlio. Accogliere e comprendere non significa infatti darla vinta, ma aiuta al contrario a rendere anche i rimproveri o le regole, con le loro conseguenti frustrazioni, meno dolorose e più comprensibili per il bambino geloso.
Qualche consiglio pratico…
Lasciare ai bambini la possibilità di risolvere da soli i problemi e i conflitti, a meno che non vengano alle mani rischiando di farsi del male. Questo soprattutto se i bambini non hanno una grossa differenza d’età.
Stabilire delle regole chiare. Se ad esempio i fratelli litigano ma non ci si è accorti chi ha cominciato è bene non schierarsi dalla parte di nessuno ma dire “Non è importante chi ha cominciato, la regola in famiglia è che non ci si picchia”.
Dare a tutti i figli le stesse attenzioni e rivolgere la stessa quantità di lodi. Evitare di fare confronti tra i fratelli ma valorizzare ognuno per le sue doti e qualità individuali. Questo consentirà di aumentare e consolidare l’autostima di ognuno oltre che di ridurre la gelosia.